Bolletta d’acqua “salata”
Capita molto frequentemente che i nostri clienti ci contattino soprattutto a seguito del ricevimento della bolletta d’acqua che inaspettatamente riportano importi relativi a consumi molto elevati come questa bolletta arrivata qualche giorno fa ad un nostro cliente.
Questo accade principalmente in presenza di una notevole perdita d’acqua dovuta alla rottura di una tubazione interrata. Generalmente, il consumo viene rilevato in seguito alla lettura del contatore, che di solito viene effettuata da addetti preposti dall’Ente Gestore alla lettura dei contatori.
Capita che le letture non avvengono in maniera diretta sul contatore, ma avvengono per stima presunta sulla base dello storico dei consumi. Questo significa che in alcuni casi più di una lettura del periodo di consumo avvenga in maniera presunta.
Come avviene la lettura del contatore?
La lettura periodica del contatore è un obbligo a cui il fornitore non può sottrarsi dovendo annualmente effettuare i conguagli sui consumi già fatturati. L’addetto preposto alla lettura del contatore deve recarsi presso l’abitazione dell’utente per effettuarne personalmente la lettura. Ma se questo non è possibile a causa dell’assenza dell’utente, la società fornitrice può emettere una fattura sulla base dei consumi presunti.
Chi stabilisce la legittimità della bolletta?
A stabilire la legittimità della fattura per il canone del servizio idrico integrato calcolato sulla base dei consumi presunti è stata più volte la giurisprudenza.
La lettura dei contatori compete al gestore del servizio di acquedotto, responsabile dei contatori.
Se il gestore non può accedere al contatore per leggerlo, deve lasciare all’utente un avviso in cui comunica l’avvenuto passaggio dell’addetto e della possibilità che possa comunicare l’autolettura.
In assenza di letture effettive o autoletture, l’utente riceverà la bolletta con i consumi stimati, basati sul consumo medio annuo calcolato tramite le letture e le autoletture disponibili più recenti basandosi utilizza il valore medio di riferimento della tipologia di utenza di appartenenza, come previsto dal provvedimento ARERA n. 218/2016/R/idr.
E’ legittima la bolletta dell’acqua calcolata sui consumi presunti?
La Cassazione ha fornito ulteriori importanti precisazioni:
La prima in merito alla restituzione delle somme erogate a titolo di depurazione dell’acqua quando il servizio non funzioni. Secondo la Corte, nel giudizio sulla domanda di restituzione delle somme erogate, quale quota del complessivo corrispettivo del servizio idrico dovuta a titolo di canone per depurazione acque, la prova del funzionamento dell’impianto di depurazione va fornita dal soggetto con il quale gli utenti abbiano concluso il contratto di utenza.
Ai fini della detrazione dall’ammontare del credito restitutorio spettante agli utenti in relazione al pagamento della quota, del complessivo corrispettivo del servizio idrico, dovuta a titolo di canone per depurazione acque, gli oneri derivanti dalle attività di progettazione, di realizzazione o di completamento dell’impianto di depurazione debbono essere provati dal soggetto convenuto in giudizio per la restituzione.
In tema di contratto di somministrazione relativo a utenza idrica e nell’ipotesi in cui l’utente lamenti l’addebito di un consumo anomalo (nella specie, derivante da accertata perdita occulta nell’impianto), il gestore è tenuto, anche in virtù degli obblighi di correttezza e buona fede gravanti sulle parti del contratto, ad informare l’utente a prescindere dalle iniziative che questi è comunque tenuto ad adottare (onere di verifica dell’impianto e del contatore, cosiddetta autolettura, ecc.), così da consentirgli tempestivamente di attivarsi per evitare l’aggravamento del danno.
Chi stabilisce i tempi di invio della bolletta?
E’ bene ricordare che i tempi vengono stabiliti dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA).
ARERA è un organismo indipendente, istituito con la legge 14 novembre 1995, n. 481 con il compito di tutelare gli interessi dei consumatori e di promuovere la concorrenza, l’efficienza e la diffusione di servizi con adeguati livelli di qualità, attraverso l’attività di regolazione e di controllo.
L’azione dell’Autorità, inizialmente limitata ai settori dell’energia elettrica e del gas naturale, è stata in seguito estesa al servizio idrico, teleriscaldamento e ciclo dei rifiuti.
L’Autorità è un organo collegiale costituito dal Presidente e da quattro membri nominati con decreto del Presidente della Repubblica ed il cui mandato ha la durata di 7 anni.
Con la delibera 655/2015/R/idr l’Arera ha definito i tempi per la bolletta acqua, ogni quanto arriva e quando si paga.
Secondo quanto ha stabilito l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente nella delibera, le società devono adeguarsi a diverse tempistiche per l’invio della bolletta.
Ogni quanto arriva la bolletta dell’acqua?
Per rispondere alla domanda iniziale possiamo dire che la bolletta dovrebbe arrivare due volte all’anno, quindi ogni sei mesi, se i consumi medi annui non sono superiori a 100mc.
La bolletta dell’acqua arriva tre volte all’anno, quindi ogni quadrimestre, se i consumi medi si aggirano tra i 101mc e 1000mc. Se arriva quattro volte all’anno, ovvero ogni trimestre, significa che i consumi medi annui si aggirano tra i 1001 e 3000mc.
Infine, la bolletta dell’acqua si riceve ogni due mesi se i consumi medi annuali superano i 3000mc.
La frequenza della ricezione risente dei consumi che si registrano. Se i consumi sono molto alti, la bolletta arriverà più spesso. Se invece i consumi sono più bassi, la bolletta arriverà con meno frequenza.
Cosa fare se non arriva la bolletta d’acqua?
Se la bolletta non arriva ci sono alcune cose che è possibile fare per risolvere il problema.
Contattare l’ente di gestione dell’acqua. Se l’ente conferma che la bolletta è stata inviata, ma non è stata ancora ricevuta, è possibile richiedere una copia.
Verificare che non ci siano dei pagamenti arretrati, e qualora ci fossero, discutere le opzioni disponibili, come ad esempio un piano di pagamento.
Verificare se ci siano delle politiche speciali in vigore. Ad esempio, in alcune aree esiste la possibilità di richiedere una bolletta gratuita, che può essere inviata direttamente a casa.
Perché l’acqua costa? Facciamo un po’ di chiarezza
L’acqua potabile è un bene pubblico e gratuito. Il “costo” che paghiamo in bolletta è quello dei servizi e degli investimenti che permettono a questa risorsa molto preziosa di diventare fruibile per noi tutti.
Il prelievo avviene dalle falde acquifere oppure da fiumi e laghi. Successivamente avviene il “processo di potabilizzazione”, i controlli di qualità, la realizzazione e la manutenzione degli impianti fino all’apporto d’acqua al singolo contatore. Segue la gestione delle spese di tutta la rete di raccolta delle acque reflue per la successiva depurazione.
Fatta questa premessa è più chiaro comprendere che la tariffa infatti non copre unicamente i costi di fornitura dell’acqua potabile ma anche i costi relativi ai servizi di raccolta e collettamento delle acque reflue urbane e la loro depurazione.
In questo complesso sistema di impianti, tubazioni e depuratori, esistono dunque dei costi operativi che il gestore deve sostenere per una fornitura efficiente. Il fornitore deve far fronte, inoltre a degli investimenti necessari per il funzionamento di tutta la rete dell’acquedotto al fine di migliorare il servizio e ridurre le perdite. Ultima fase dei costi che dovrà sostenere è quella del servizio di depurazione delle acque utilizzate.
Come leggere la bolletta dell’acqua, tra quota fissa e quota variabile
La bolletta comprende il costo di tutti i servizi e gli investimenti legati all’acqua potabile. Il corrispettivo viene calcolato con due quote:
- Una quota fissa, indipendente dal consumo di acqua del singolo utente, copre i costi generali del servizio;
- Una quota variabile, che invece cambia a seconda del volume di acqua utilizzato, con un “costo” al metro cubo.
Quanto costa l’acqua mediamente ad una famiglia in Italia?
Premesso che il “costo” dell’acqua non è uguale in tutta Italia, ma varia a seconda della zona.
“In Italia il costo della bolletta acqua per una famiglia di tre persone è in media di 466 euro l’anno, con aumenti medi (da dicembre 2021 a dicembre 2023) del 9,5%. Tuttavia, i costi si differenziano notevolmente da capoluogo a capoluogo: a Milano è di 163 euro, mentre a Siena si superano gli 800 euro; Catanzaro è l’unico capoluogo di provincia in cui la bolletta del servizio idrico non ha subìto alcun incremento nell’ultimo biennio, seguito da Bari (+1%), mentre a Bolzano ci sono stati gli incrementi maggiori (+35,4%).
È quanto emerge dalla recente inchiesta di Altroconsumo, l ’Organizzazione indipendente dei consumatori che conta oltre 300.000 soci, che ha preso in considerazione i consumi idrici di una famiglia di tre persone che consuma in media 182 metri cubi d’acqua all’anno“. (https://www.regionieambiente.it/acqua-bollette-altroconsumo/).
Nelle aree del paese dove la risorsa idrica proviene da fonti di qualità elevata (esempio sorgenti montane) il costo della potabilizzazione è inferiore a quello necessario per potabilizzare la risorsa prelevata da corpi idrici superficiali.
La morfologia del territorio influenza i costi, ad esempio, in un territorio ampio e che presenta molti rilievi collinari o montuosi sarà necessario un maggiore impiego di impianti di sollevamento dell’acqua, e quindi maggiori costi energetici, rispetto a quelli che si riscontrano in territori circoscritti ad esempio ad una sola città. Allo stesso modo i costi saranno maggiori nelle aree del Paese dove si fanno più investimenti per garantire l’efficienza degli impianti e delle infrastrutture idriche e realizzarne delle nuove. Il costo dell’acqua inoltre dipende dalla densità abitativa: la distribuzione della stessa quantità di risorsa infatti sarà meno costosa in aree metropolitane ad alta densità di popolazione rispetto a quelle dove la presenza dell’uomo e delle sue attività risulta più diffusa.
Le tariffe media a metro cubo non dipendono solamente dalle caratteristiche dei territori in cui si applicano, ma sono legate anche alla propensione al consumo del sistema di famiglie e imprese presenti nello stesso territorio. Essendo infatti la tariffa media il semplice risultato del rapporto tra costi del servizio e i metri cubi totali erogati, a parità di costi totali, la tariffa media a metro cubo sarà maggiore nelle aree che hanno una propensione al consumo minore e, maggiore, in aree meno attente al risparmio della risorsa. Chiaramente il costo finale per le famiglie risulterebbe, nell’esempio riportato, sostanzialmente identico.
Quanto costa un metro cubo di acqua potabile?
In particolare la quota variabile prevede diversi costi per la gestione della fognatura, della depurazione e ovviamente dell’acquedotto. Per quest’ultima voce il costo a metro cubo è modulato con scaglioni di prezzo crescenti legati al volume di acqua consumato, in modo da disincentivare gli sprechi. Inoltre nella bolletta dell’acqua vengono conteggiate le componenti tariffarie UI, stabilite sempre dall’ARERA e commisurate ai volumi fatturati.
La tariffa cambia in base a di diversi parametri:
- tipologia di utenza (domestica o no)
- tipo di residenza (residenti e non residenti)
- numero di componenti del nucleo familiare
- fascia di consumo.
Pe le utenze domestiche dei residenti si considera una fascia agevolata, calcolata su un quantitativo di acqua necessario a soddisfare i bisogni fondamentali ossia 18,25 metri cubi per abitante l’anno (ossia almeno 50 litri pro capite al giorno).
Per conoscere quanto costa un metro cubo di acqua potabile in bolletta bisogna consultare le tariffe pubblicate dai singoli gestori. Al prezzo variabile va sempre aggiunta la quota fissa.
In base alle tariffe pubblicate da Pubbliacqua S.P.A. una famiglia di quattro persone, che ha la residenza nell’abitazione che occupa, e consuma tra i 75 e i 150 metri cubi di acqua potabile l’anno (fascia tariffaria base) paga, per la quota variabile, 1,33 euro a metro cubo per il servizio dell’acquedotto, a cui si aggiungono poi le componenti variabili per la fognatura e la depurazione per un totale di 2,55 euro al metro cubo. In totale 3,88 euro per mille litri di acqua distribuiti al rubinetto e la gestione dei reflui urbani. .